Food and Beauty
Cibo di qualità, felicità garantita: scopri come con i consigli del dottor Massimo Spattini
Nel libro “Le 3 chiavi della longevità”, il dottor Massimo Spattini ci spiega perché il cibo sano e di qualità migliora il benessere mentale: non è solo “cosa mangiamo” a migliorare il nostro umore, ma anche “con chi” e “dove”. Bonus: verdura e frutta ci aiutano ad essere più felici
Per molti anni, il campo medico non ha riconosciuto pienamente la connessione tra umore e cibo. Oggi, fortunatamente, il fiorente campo della scienza nutrizionale sta scoprendo che ci sono conseguenze e correlazioni tra ciò che si mangia e cervello. Una dieta ad alto indice e carico glicemico, ricca di prodotti altamente industrializzati e povera di fitonutrienti e antiossidanti, altera negativamente il microbiota e risulta strettamente collegata all’insorgenza di stati depressivi, ansiosi e disturbi comportamentali. Una dieta specifica unita ad un utilizzo mirato e personalizzato di supplementi nutraceutici, può aiutare a orientare l’umore verso la positività.
Ma perché un microbiota non in salute può condizionare il nostro umore?
Lo spiega il dott. Massimo Spattini nel suo nuovo libro “Le 3 chiavi della longevità” (Edizioni Lswr).
Il collegamento tra intestino e cervello
Un corpus di ricerche in rapida crescita mostra che il microbiota intestinale è collegato al cervello in una relazione bidirezionale, comunemente chiamata “asse microbioma-intestino-cervello”. “L’evidenza suggerisce che questo asse svolge un ruolo chiave nella regolazione della funzione e del comportamento cerebrale”, spiega il dottor Spattini. “L’asse intestino-cervello stabilisce con successo che il benessere del cervello è strettamente correlato al funzionamento dell’intestino. Gli studi più recenti hanno rivelato che il microbiota intestinale interagisce con il cervello attraverso l’asse intestino-cervello per controllare i cambiamenti fenotipici nel cervello e nel comportamento”.
I comfort food sono da eliminare?
Sappiamo che il cibo di per sé rappresenta un fattore estremamente gratificante, tanto che in situazioni di cattivo umore si è portati a consumare più facilmente i cosiddetti “comfort food” che raramente includono broccoli e verdure amare, ma rientrano nella categoria dei cosiddetti “junk food” (cibi trasformati e raffinati come dolci, merendine, biscotti o soft drinks).
Ippocrate affermava: “È preferibile un cibo anche un po’ nocivo, ma gradevole, a un cibo indiscutibilmente sano, ma sgradevole”.
“I salutisti potrebbero obiettare e non condividere questa affermazione, che tuttavia deve essere contestualizzata”, continua Spattini, “in quanto ai tempi di Ippocrate i cibi ‘anche un po’ nocivi’ non erano certo paragonabili a quelli odierni, densi di molecole completamente estranee al metabolismo umano”. Allo stesso tempo, però, c’è da tenere in considerazione anche un altro aspetto: non tanto cosa si mangia, ma con chi e dove.
Non è solo importante cosa si mangia, ma con chi e dove
Diversi studi hanno verificato che la produzione di cortisolo durante un pasto ha un’ estrema variabilità rispetto alla compliance del cibo e al contesto in cui viene consumato. In altre parole, mangiare un cibo in ufficio insieme a colleghi poco graditi è molto diverso rispetto a consumare lo stesso pasto con i propri familiari o amici intimi su una terrazza vista mare.
Più frutta e verdura per essere più felici
Mangiare più frutta e verdura aumenta i livelli di felicità delle persone. Uno studio, condotto da ricercatori dell’Università inglese di Warwick in collaborazione con l’Università di Queensland, in Australia, pubblicato sull’American Journal of Public Health, indica come un consumo fino a otto porzioni al giorno contribuisca, in modo proporzionale, al miglioramento dell’umore e dei livelli di benessere. Lo studio è uno dei primi tentativi scientifici di esplorare le conseguenze sulla sfera psicologica del consumo di frutta e verdura, al di là dei già noti benefici di salute nel ridurre il rischio di cancro e attacchi di cuore.
La ricerca ha seguito 12.385 persone, selezionate in modo casuale, per un periodo di due anni. I partecipanti sono stati invitati a tenere diari alimentari e ad annotare il loro benessere psicologico. Sono stati valutati anche una serie di parametri come cambi in casa, di reddito e di lavoro. Ne è emerso che, nell’arco di 24 mesi, le persone che avevano incrementato il consumo di vegetali fino a 8 porzioni al giorno, avevano sperimentato un aumento della soddisfazione di vita paragonabile a quello di trovare lavoro. Inoltre, l’aumento era incrementale rispetto a ogni porzione aggiuntiva di frutta e verdura.
Gli autori dello studio ipotizzano che questo effetto possa essere attribuito a una maggior assunzione di carotenoidi, un gruppo di antiossidanti che conferisce a frutta e ortaggi i caratteristici colori. In realtà questo effetto potrebbe anche essere dovuto all’instaurarsi di una flora batterica più favorevole, in grado di esercitare una modulazione dei neurotrasmettitori presenti a livello intestinale e cerebrale (serotonina).
Quindi, quali consigli potrebbero essere utili? Tra le diverse opzioni salutari, c’è la dieta mediterranea che consiste nel nutrirsi di alimenti vegetali, tra cui frutta e verdura, cereali integrali (in forma non elaborata), semi, noci e proteine magre come il pesce e lo yogurt. È bene evitare alimenti con zuccheri aggiunti o farine 00 (come pane, prodotti da forno, cereali) e limitare i grassi animali, le carni lavorate (insaccati) e il burro.
L’autore
Massimo Spattini, Medico chirurgo. Specialista in Medicina dello Sport, Specialista in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica. Vicepresidente ILSA (International Longevity Science Association). Certificazione ABAARM (American Board of Anti-Aging & Regenerative Medicine), A4M-USA. Certificazione AFMCP (Applying Functional Medicine in Clinical Practice), IFM-USA. Certificazione in “Peptides Theraphy” American Academy of Anti-Aging & Regenerative MedicineUSA. Master in “Metodologie Anti-Aging e Anti-Stress” – La Sapienza, Università di Roma. Direttore e Docente del Master di 1° livello “Dietologia, Nutraceutica e Nutrigenomica, Medicina Funzionale e Lifestyle”, Università San Raffaele, Roma. Direttore e Docente del Corso Universitario “Cronomorfodieta”, Universalus, Roma. Membro del Dipartimento Interuniversitario di Scienze Motorie e dello Sport del Consorzio Universitario Humanitas.
www.massimospattini.com
Il libro
Le 3 chiavi della longevità. Magri-Forti-Felici
Edizioni Lswr
Novembre 2024